martedì 3 agosto 2021

"Noi Cavalieri di una Idea"...


La inarrestabile crescita di Aristocrazia Europea: una grande forza, nuova ed antica, fedele alla tradizione, torre e trincea in un mondo di rovine.

Aristocrazia Europea è diventata la prima associazione “cavalleresca militante” in Italia, crescendo in numero e qualità sia di associati (oltre 700) che di reali iniziative culturali e benefiche. Oramai Aristocrazia Europea si è affermata come autorevole realtà culturale tradizionale nella società contemporanea, punto di riferimento sia dell’antica nobiltà rimasta fedele alla sua missione metastorica che di tutti coloro che si riconoscono nei valori della cavalleria cristiana e della civiltà europea. AE è unica nel suo genere, perché trasversale a Case e Ordini, rigeneratrice, aperta a giovani classi e generazioni, ma assolutamente fedele ai suoi valori e principi fondanti.
Nulla avremmo mai potuto fare senza il mio e nostro mentore, il mitico principe nero romano Lillio Sforza Ruspoli di Cerveteri.
Ma, per il lavoro svolto in questi anni ed i risultati fino ad ora raggiunti, è giusto ringraziare i vertici della nostra fratellanza aristocratica e tutti coloro, troppo pochi a dire il vero, che ci hanno messo la faccia e si sono realmente schierati e impegnati, dedicando tempo ed energie: il presidente Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, Loris Castriota Skanderbegh, Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri, Ezra Foscari Widmann Rezzonico Tomassini Paternò Leopardi, Alessandro Romei Longhena di Bergantino, Cesare Vernarecci di Fossombrone d’Anjou della Verna, Giuseppe ed Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Alberto Uva Parea, Francesco Ugolini Pentini Rossini, Matteo Priori di Letino, Lupo Migliaccio di San Felice, Enzo Modulo Morosini di Risicalla e Sant’Anna Morosina, Paolo Zampetti di Filattiera, Alessandro Segnini Bocchia di San Lorenzo, Stefano Manni di Isola di Torre Maina (anche se non ci tiene ad essere citato), Gianfranco Benedetto, Rosanna Chifari Negri ed i nostri cappellani, Padre Ambrogio e Padre Claudiu. Credo di aver citato tutti i più meritevoli...
Infine giusto ricordare tutti i nostri soci della “sezione celeste” che nella loro vita terrena ci sono stati molto vicini e ci hanno dato una mano preziosa, in particolare: il marchese Luigi Coda Nunziante di San Ferdinando, il conte Ottavio Ferretti di Castel Ferretto, il marchese Aldo Pezzana Capranica del Grillo e il generale Carmine Bennato. Essi, come i nostri aristocratici antenati, da cui abbiamo immeritatamente ereditato i nostri titoli nobiliari, continuano a marciare al nostro fianco, ed a sostenere le nostre e loro stesse buone battaglie.
Abbiamo grandissimi spazi e possibilità di crescita, il 2022 sarà l’anno della necessaria svolta organizzativa, con l’assemblea generale di Aristocrazia Europea che dovrà scegliere i suoi nuovi vertici per i prossimi 4 anni. Tanti sono i bei progetti in campo, già elaborati ma non ancora partiti, da rivedere, riorganizzare e rilanciare: l’accademia universitaria ed i corsi di formazione, il tribunale arbitrale e le proposte di riforma legislativa, il giornale online e cartaceo, il premio internazionale, la società di consulenza e servizi, le iniziative inerenti le dimore storiche e le aziende agricole. Ed AE dovrà sempre più rafforzare la sua presenza culturale, identitaria e anti mondialista, in difesa della famiglia naturale, della giustizia sociale, dell'ambiente e dei monumenti storici, dei beni architettonici e paesaggistici.
Chi si presenterà come candidato alla presidenza dovrà concretizzare tutto quanto sopra, anche impegnandosi nel reperimento e nella gestione dei relativi mezzi economici: si tratta di una ambiziosa impresa in tutti i sensi. Vedremo quali saranno i diversi candidati e programmi ma veramente importante è poi fare squadra, marciare uniti per raggiungere i comuni obbiettivi.
Per quanto mi riguarda non ho ambizioni presidenziali, non ne ho i titoli (sono solo un povero decurione di montagna…), tantomeno, come ben sapete, le predisposizioni caratteriali fondamentali per un ruolo di pacata rappresentanza istituzionale. Continuerò ovviamente a vigilare e lavorare con e per AE, del quale sono stato cofondatore e vice presidente, ed oggi socio benemerito, in ambito organizzativo e metapolitico, per mantenere la barra a dritta, la Fedeltà alla Tradizione, il giusto clima di lealtà e fratellanza cavalleresca nella nostra associazione, dicendo ruvidamente in faccia quello che penso, dando, sia in senso metaforico che fisico, carezze e schiaffi alla bisogna, cercando sempre di fare quello che dico e di essere me stesso, con “pensiero e azione” coerenti fra loro. Walser Uradel Freiherr questo il mio titolo: libero signore di antica famiglia alpina germanica. E uomo libero voglio rimanere, non conosco ricchezza terrena più grande.
“il barone nero” Roberto Jonghi Lavarini