La Real Casa di Savoia è una dinastia millenaria, che fonda le
proprie radici, quale baluardo della Cristianità, nel cuore della
Regione della Savoia sin da prima dell’anno 1000. Ben si comprende quindi la ragione per cui la Dinastia Sabauda
annovera molteplici figure di Santi e Beati e ancora oggi sono in corso
diversi processi di canonizzazione di membri di Casa Savoia. Si ripercorre qui sinteticamente la biografia dei Santi e Beati di
Casa Savoia della Chiesa Cattolica, precisando che la Chiesa Ortodossa
venera altresì la figura di Sant’Anna Paleogina (Giovanna di Savoia –
1306-1365), figlia del Conte Amedeo V di Savoia e imperatrice bizantina.
BEATA ADELAIDE DI SUSA
Marchesa di Torino (1015-1091) 19 dicembre
Marchesa di Torino (1015-1091) 19 dicembre
La Marchesa Adeleaide di Susa, figlia di Olderico Manfredi e di Beta
D’Este, sposò in terze nozze il conte Oddone di Savoia, terzo sovrano
del Casato, figlio del Capostipite Umberto I Biancamano. È denominata in
parecchie cronache benedettine, come “Beata Adelaide” e per l’appoggio
dato alla Chiesa “figlia di S. Pietro”, ma il suo culto non è stato mai
ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa.
Pur essendo una bella persona anche nel volto, considerava la bellezza e la ricchezza come cose passeggere, valutando invece le virtù come gloria duratura.
Dotata di forte temperamento, non indugiava se necessario, a castigare la corruzione in grossi personaggi della regione, compreso anche dei vescovi, nel contempo premiava magnanimamente le nobili imprese e le attività caritatevoli.
Fondò nei suoi possedimenti molte chiese e monasteri, diventati poi centri di divulgazione del patrimonio di studi e di storia.
La sua protezione ai tanti monasteri fondati in Piemonte, Valle d’Aosta e Savoia, fu tale che s. Pier Damiani, vescovo e Dottore della Chiesa, suo contemporaneo, poté dire: “Sotto la protezione di Adelaide, vivono i monaci come pulcini sotto le ali della chioccia”.
Fu amata dagli italiani del tempo, che generalmente la chiamavano “la marchesa delle Alpi Cozie”; fu stimata dai suoi sudditi e temuta dai suoi avversari. Fu sepolta nella Cattedrale di Torino ma la sua tomba è oggi scomparsa. Ancora oggi viene venerata nella Cattedrale di Susa, nella quale le è stata dedicata una statua.
Pur essendo una bella persona anche nel volto, considerava la bellezza e la ricchezza come cose passeggere, valutando invece le virtù come gloria duratura.
Dotata di forte temperamento, non indugiava se necessario, a castigare la corruzione in grossi personaggi della regione, compreso anche dei vescovi, nel contempo premiava magnanimamente le nobili imprese e le attività caritatevoli.
Fondò nei suoi possedimenti molte chiese e monasteri, diventati poi centri di divulgazione del patrimonio di studi e di storia.
La sua protezione ai tanti monasteri fondati in Piemonte, Valle d’Aosta e Savoia, fu tale che s. Pier Damiani, vescovo e Dottore della Chiesa, suo contemporaneo, poté dire: “Sotto la protezione di Adelaide, vivono i monaci come pulcini sotto le ali della chioccia”.
Fu amata dagli italiani del tempo, che generalmente la chiamavano “la marchesa delle Alpi Cozie”; fu stimata dai suoi sudditi e temuta dai suoi avversari. Fu sepolta nella Cattedrale di Torino ma la sua tomba è oggi scomparsa. Ancora oggi viene venerata nella Cattedrale di Susa, nella quale le è stata dedicata una statua.
BEATO UMBERTO III
Conte di Savoia (1136-1188) 4 marzo
Conte di Savoia (1136-1188) 4 marzo
Umberto III, conte di Savoia, nacque verso il 1136 nel castello di
Avigliana, nei pressi di Torino, figlio del conte Amedeo III e di
Matilde d’Albon. La vita di questo sovrano trascorse quasi tutta sotto
il segno delle contraddizioni: amante della pace, dovette scontrarsi con
frequenti ostilità e guerre; penitente, asceta contemplativo, la cura
del governo gli impose una vita d’azione, ritrovandosi quasi costretto
al matrimonio per lasciare un erede. Diede tuttavia indubbi segni di
grande equilibrio morale, di severità con sé stesso e di indulgenza e
carità verso il prossimo. Fu il primo principe sabaudo ad essere sepolto
nell’abbazia di Hautecombe, che da allora divenne una necropoli per la
dinastia, tanto che ancora oggi vi riposano Umberto II e Maria José,
ultimi sovrani italiani. Il conte defunto ricevette subito una grande
venerazione, supportata anche da non pochi miracoli, finché nel 1838 il
re Carlo Alberto di Sardegna non riuscì ad ottenere da papa Gregorio XVI
l’approvazione ufficiale del titolo di “beato” per il suo avo, nonché
per il nipote di questi, Bonifacio, monaco certosino e poi arcivescovo
di Canterbury. I due beati di Casa Savoia riposano oggi in due pregevoli
sarcofagi dietro l’altar maggiore della chiesa abbaziale ad Hautecombe.
In Italia il Beato Umberto III è ricordato ancora oggi in particolare
presso Racconigi, ove nel Santuario Reale della Madonna delle Grazie è
custodito un quadro del beato donato dalla regina Elena e fatto
restaurare dal re Umberto II. Inoltre è venerato presso Aosta, ove è
raffigurato sulla facciata della cattedrale, e nel castello di Sarre,
sempre in Valle d’Aosta.
BEATO BONIFACIO
Arcivescovo di Canterbury (1207 – 1270) 4 luglio
Arcivescovo di Canterbury (1207 – 1270) 4 luglio
Undicesimo
dei figli del conte Tommaso I di Savoia e di Margherita di Ginevra,
Bonifacio nacque nel 1207 nel castello di Sainte-Hélène-du-Lac in
Savoia.
Benché di carattere forte e focoso, era tuttavia portato alla pietà, il padre volle favorire questa inclinazione indirizzandolo alla vita ecclesiastica, pertanto Bonifacio entrò nella Grande Certosa di Grenoble, dove si distinse subito per la sua spiritualità. Non ancora professo fu eletto priore per breve tempo di Nantua e nel 1232, a 25 anni ancora suddiacono, fu eletto vescovo di Belley, dai canonici della cattedrale, i quali desideravano come capo della loro Chiesa, una persona di illustre casato e di grande importanza; alla morte del fratello Guglielmo, che era vescovo di Valenza, Bonifacio amministrò anche quella diocesi fino al 1242.
Per interessamento della nipote Eleonora sposa di Enrico III d’Inghilterra, venne eletto arcivescovo di Canterbury il 15 gennaio 1245 da papa Innocenzo IV, durante il Concilio di Lione, ottenendo anche benefici economici per risanare i bilanci della sede di Canterbury. Venne sepolto nell’abbazia cistercense di Hautecombe sul lago di Bourget, dove riposa tuttora. Papa Gregorio XVI il 1° settembre 1838, ne approvò il culto per l’Ordine dei Certosini e per la diocesi di Chambéry.
Benché di carattere forte e focoso, era tuttavia portato alla pietà, il padre volle favorire questa inclinazione indirizzandolo alla vita ecclesiastica, pertanto Bonifacio entrò nella Grande Certosa di Grenoble, dove si distinse subito per la sua spiritualità. Non ancora professo fu eletto priore per breve tempo di Nantua e nel 1232, a 25 anni ancora suddiacono, fu eletto vescovo di Belley, dai canonici della cattedrale, i quali desideravano come capo della loro Chiesa, una persona di illustre casato e di grande importanza; alla morte del fratello Guglielmo, che era vescovo di Valenza, Bonifacio amministrò anche quella diocesi fino al 1242.
Per interessamento della nipote Eleonora sposa di Enrico III d’Inghilterra, venne eletto arcivescovo di Canterbury il 15 gennaio 1245 da papa Innocenzo IV, durante il Concilio di Lione, ottenendo anche benefici economici per risanare i bilanci della sede di Canterbury. Venne sepolto nell’abbazia cistercense di Hautecombe sul lago di Bourget, dove riposa tuttora. Papa Gregorio XVI il 1° settembre 1838, ne approvò il culto per l’Ordine dei Certosini e per la diocesi di Chambéry.
BEATA MARGHERITA
(1390 – 1464) 23 novembre
(1390 – 1464) 23 novembre
La
Beata Margherita di Savoia era figlia del conte Amedeo di Savoia-Acaja,
mentre sua madre era una delle sorelle di quel Clemente VII che durante
il Grande Scisma si dichiarò papa ad Avignone. Margherita si meritò
addirittura l’appellativo di “Grande”.
Nata a Pinerolo tra il 1382 ed il 1390, rimasta orfana, passò con la sorellina Matilde sotto la tutela dello zio Ludovico, che per mancanza di eredi maschi diretti succedette al defunto Principe Amedeo. Divenne sposa nel 1403 del Marchese di Monferrato, Teodoro II Paleologo, e dopo essere stata la saggia consigliera di suo marito, rimase vedova nel 1418.
Governò allora il marchesato in prima persona quale reggente, sino alla maggiore età del figliastro Giovanni. Si ritirò poi nel palazzo di Alba, per dedicarsi ad opere di carità. Divenne terziaria domenicana e fondò poi una congregazione, prima di terziarie e poi nel 1441, con l’approvazione di Papa Eugenio IV, di monache. Nacque così il Monastero di Santa Maria Maddalena in Alba. Un giorno ebbe una visione di Cristo, che le porse tre frecce recanti ciascuna una scritta: malattia, calunnia e persecuzione. Infatti nel periodo seguente ebbe a patire tutti e tre i tormenti indicati. Afflitta da una salute assai cagionevole, fu accusata d’ipocrisia, poi di tirannia nei confronti delle consorelle. Nonostante tutte queste difficoltà, per circa venticinque anni condusse una vita ritirata di preghiera e carità.
Margherita di Savoia morì ad Alba il 23 novembre 1464, circondata dall’affetto e dalla venerazione delle sue figlie spirituali. Il pontefice piemontese San Pio V, già religioso domenicano e priore del convento di Alba, nel 1566 permise per Margherita di Savoia un culto locale riservato al Monastero di Alba, mentre Papa Clemente IX la beatificò solennemente il 9 ottobre 1669, fissandone la memoria al 27 novembre per tutto l’Ordine Domenicano. Martyrologium Romanum la festeggia invece al 23 novembre, anniversario della nascita al cielo della beata. Il suo corpo è ancor oggi oggetto di venerazione nella chiesa di Santa Maria Maddalena ad Alba, anche dopo il trasferimento definitivo nel monastero in una nuova sede avvenuto nel 1956.
Nata a Pinerolo tra il 1382 ed il 1390, rimasta orfana, passò con la sorellina Matilde sotto la tutela dello zio Ludovico, che per mancanza di eredi maschi diretti succedette al defunto Principe Amedeo. Divenne sposa nel 1403 del Marchese di Monferrato, Teodoro II Paleologo, e dopo essere stata la saggia consigliera di suo marito, rimase vedova nel 1418.
Governò allora il marchesato in prima persona quale reggente, sino alla maggiore età del figliastro Giovanni. Si ritirò poi nel palazzo di Alba, per dedicarsi ad opere di carità. Divenne terziaria domenicana e fondò poi una congregazione, prima di terziarie e poi nel 1441, con l’approvazione di Papa Eugenio IV, di monache. Nacque così il Monastero di Santa Maria Maddalena in Alba. Un giorno ebbe una visione di Cristo, che le porse tre frecce recanti ciascuna una scritta: malattia, calunnia e persecuzione. Infatti nel periodo seguente ebbe a patire tutti e tre i tormenti indicati. Afflitta da una salute assai cagionevole, fu accusata d’ipocrisia, poi di tirannia nei confronti delle consorelle. Nonostante tutte queste difficoltà, per circa venticinque anni condusse una vita ritirata di preghiera e carità.
Margherita di Savoia morì ad Alba il 23 novembre 1464, circondata dall’affetto e dalla venerazione delle sue figlie spirituali. Il pontefice piemontese San Pio V, già religioso domenicano e priore del convento di Alba, nel 1566 permise per Margherita di Savoia un culto locale riservato al Monastero di Alba, mentre Papa Clemente IX la beatificò solennemente il 9 ottobre 1669, fissandone la memoria al 27 novembre per tutto l’Ordine Domenicano. Martyrologium Romanum la festeggia invece al 23 novembre, anniversario della nascita al cielo della beata. Il suo corpo è ancor oggi oggetto di venerazione nella chiesa di Santa Maria Maddalena ad Alba, anche dopo il trasferimento definitivo nel monastero in una nuova sede avvenuto nel 1956.
BEATO LUCIO
Martire mercedario (??? – 1470) 5 maggio
Martire mercedario (??? – 1470) 5 maggio
Discendente della nobile famiglia dei Savoia, il Beato Lucio,
ricevette l’abito dell’Ordine Mercedario nel convento di Carcassona in
Francia. Inviato a redimere schiavi in Africa, fu sorpreso in mare dai
corsari mori che portatolo a Tunisi, gli inflissero ogni genere di
orribili torture. Condotto poi in Egitto, per 16 anni sopportò una
crudele prigionia e afflitto da molti tormenti, i quali nulla valsero a
fargli rinnegare la fede in Cristo Gesù. Indignati per la sua costanza,
per ordine del sultano Bajazet II° venne decapitato nella città di
Costantinopoli il 5 maggio 1470, giorno in cui viene festeggiato
dall’Ordine Mercedario.
BEATO AMEDEO IX
Duca (1435 – 1472) 30 marzo
Duca (1435 – 1472) 30 marzo
Amedeo nacque a Thonon nel 1435, figlio del duca Ludovico I di
Savoia e di Anna di Lusignano, e nipote dell'antipapa Felice V (Amedeo
VIII di Savoia). Già da bambino fu promesso a Iolanda, figlia di Carlo
VII di Francia, con cui si sposò nel 1452, e la coppia si ritirò nella
provincia di Brescia, territorio che gli era stato assegnato oltre al
governatorato del Piemonte. Fu Duca di Savoia. Egli intervenne senza
esitazioni quando si trattò di difendere il cristianesimo dalla minaccia
turca, raccogliendo un esercito per la difesa del Peloponneso. La sua
prima preoccupazione era per i poveri. Nonostante la grande generosità,
non ebbe mai problemi economici e grazie a un'attenta amministrazione
riuscì anche a saldare i debiti contratti dai suoi predecessori. La sua
vita era estremamente austera: lontano dal concedersi qualsiasi
privilegio nonostante la sua salute delicata, fece credere piuttosto di
dovere digiunare per questo motivo. Con l'aumentare della sua debolezza,
passò l'amministrazione del ducato alla moglie Iolanda (1469), ma i
suoi sudditi si ribellarono ed egli stesso venne imprigionato fino a che
il cognato, Luigi XI di Francia, non ottenne il suo rilascio. Quando si
rese conto di essere prossimo alla morte affidò i figli alla moglie e
pronunciò le ultime raccomandazioni alla presenza loro e dei suoi
ministri: «Siate retti. Amate i poveri e Dio vi garantirà la pace». Morì
il 30 marzo 1472 e fu beatificato nel 1677 da Papa Innocenzo XI. Fu
inumato nella chiesa di S. Eusebio a Vercelli, sotto l’altare maggiore.
BEATA LUDOVICA
Principessa di Chalons (1462 – 1503) 24 luglio
Principessa di Chalons (1462 – 1503) 24 luglio
Ludovica nacque a Bourg-en-Bresse il 28 luglio 1462, quinta dei nove
figli del Beato Amedeo IX di Savoia e di Jolanda di Francia, sorella
del Re Luigi XI. Rimasta vedova in giovane età di Ugo di Chalon, membro
del ramo cadetto dei Signori di Borgogna, abbracciò la regola di Santa
Chiara, secondo lo spirito di Santa Colette, la riformatrice francese
delle Clarisse. Da modello di sposa divenne modello di monaca. Grande fu
il suo spirito di pietà e di preghiera, in un’atmosfera austera e
povera. Scrisse alcune meditazioni e un piccolo trattato
sull'importanza, per un monastero, della fedeltà alla Regola.
Nell'ultimo periodo della sua vita Ludovica soffrì di diverse malattie;
morì il 24 luglio 1503 a soli quarant'anni. Si diffuse subito la fama
della sua santità. Ludovica fu sepolta nel cimitero del convento, poi,
quando nel 1531 le monache furono cacciate da Orbe, le sue spoglie
furono trasportate nel convento francescano di Nozeroy. Durante la
Rivoluzione Francese il convento fu distrutto, delle tombe, anche se non
profanate, si perse ogni traccia. Nel 1838 Carlo Alberto ottenne dal
governo francese e dal Vescovo di S. Claude l’autorizzazione ad
effettuare gli scavi alla ricerca della cassa che fu ritrovata in buone
condizioni. Le ossa furono consegnate a Monsignor Vogliotti, Cappellano
Regio, affinché venissero trasportate a Torino per essere riposte, con i
dovuti onori, nella cappella interna di Palazzo Reale, all'epoca
Parrocchia, presso l'altare dedicato al padre B. Amedeo IX. L’anno
precedente Carlo Alberto aveva ottenuto la conferma del culto da papa
Gregorio XVI che fissava la memoria liturgica della Beata al 24 luglio.
SAN GIROLAMO CARMELO
Mercedario, veggente, vescovo (??? – 1558) 2 marzo
Mercedario, veggente, vescovo (??? – 1558) 2 marzo
Girolamo Carmelo di Savoia, chiamato San Carmelo, anche se
all’interno dell’Ordine della Mercede è considerato Venerabile, era di
origine piemontese appartenente alla famiglia dei duchi di Savoia.
Lasciati gli studi per dedicarsi alla vita militare, dopo un sogno
decise di farsi religioso mercedario, fece i voti a Barcellona il 25
marzo del 1542. Nel periodo giovanile subì molte tentazioni da parte del
demonio, successivamente si dedicò allo studio della teologia. Fu
grande devoto della Madonna con la quale dialogava molto spesso
considerandola la sua “Sposa Mistica”. Difese strenuamente il dogma
dell’Immacolata Concezione e a lei dedicò un libro intitolato “De
Conceptione”, nel quale si legge il verso “Tota pulcra es, amica mea, et
macula non est in te”. Quando stava scrivendo questo, gli apparve la
Vergine circondata di serafini, tale visione aumentò il suo amore verso
di lei dicendo che era stato testimone oculare di questo dogma. Si
afferma che San Carmelo fu vescovo di Teruel (Spagna), quando in realtà
questa diocesi non era stata ancora fondata ma fu molto popolare fra la
gente per tanti miracoli compiuti. Morì a Barcellona il 28 maggio 1558.
L’Ordine Mercedario lo commemora il 2 marzo.
BEATA MARIA CRISTINA
Regina delle Due Sicilie (1812 – 1836) 31 gennaio
Regina delle Due Sicilie (1812 – 1836) 31 gennaio
Maria Cristina nacque a Cagliari il 14 novembre 1812, figlia del Re
Vittorio Emanuele I di Savoia e Maria Teresa d’Asburgo Lorena. Fu subito
consacrata alla Madonna dalla regina sua madre, consacrazione che fu
poi rinnovata da Maria Cristina stessa, appena fu in grado d’intendere e
volere. Maria Cristina si formò una cultura consona ad una principessa,
unita a una spiritualità profonda. Quando ebbe nove anni, suo padre, re
Vittorio Emanuele I, dovette rinunciare al trono: dopo un periodo
d’esilio a Nizza, si stabilì con tutta la famiglia a Moncalieri, dove
morì dopo tre anni, nel 1824. Ritornò a Torino per disposizione del re
Carlo Alberto, dove però le incomprensioni in cui si venne a trovare a
corte la fecero molto soffrire. Lì sorse in lei il desiderio di
diventare suora di clausura, ma il suo direttore spirituale la dissuase:
sapeva infatti che Carlo Alberto che l’aveva destinata come sposa al re
di Napoli Ferdinando II, matrimonio che venne celebrato il 21 novembre
1832. Maria Cristina iniziò il suo regno accanto al ventiduenne
Ferdinando, che già regnava da tre anni. A corte leggeva ogni giorno la
Bibbia e l’Imitazione di Cristo e la sua religiosità fu ben presto
conosciuta nel palazzo e dal popolo. Quando era per strada in carrozza e
incontrava un sacerdote con il Viatico per qualche ammalato, faceva
fermare la carrozza, scendeva e si inginocchiava a terra, anche nel
fango delle strade di allora. Fece in modo che a tutti a corte potessero
partecipare alla Messa nei giorni festivi. La carità verso i bisognosi,
l’occupò in pieno. Diede alla luce il futuro re Francesco II il 16
gennaio e già il 29 Maria Cristina era morente per complicazioni
sopravvenute. Prendendo in braccio il tanto atteso erede e porgendolo al
re suo marito, disse: «Tu ne risponderai a Dio e al popolo… e quando
sarà grande gli dirai che io muoio per lui». Il 31 gennaio 1836, in
piena comunione con Dio, si addormentò per sempre fra la costernazione
generale. Era poco più che ventitreenne ed era stata regina per appena
tre anni. Le autorità ecclesiastiche, a fronte della fama di santità che
già in vita aveva circondato la regina Maria Cristina, disposero la
ricognizione del corpo e la sua traslazione nella cappella dedicata a
san Tommaso Apostolo nella Basilica di Santa Chiara a Napoli. In
seguito, anche per via delle grazie che il popolo di Napoli attribuiva
alla sua intercessione, per la “Reginella santa” s’iniziarono le
pratiche per la beatificazione. Il Cardinale arcivescovo di Napoli, il
Venerabile Sisto Riario Sforza, nel 1852 avviò il Processo sulla fama di
santità, virtù e miracoli. In seguito, con l’introduzione della Causa a
opera del Beato papa Pio IX il 9 luglio 1859, iniziò la fase romana,
ossia il Processo apostolico. Il 6 maggio 1937 papa Pio XI firmò il
decreto con cui Maria Cristina veniva dichiarata Venerabile. Tuttavia,
negli anni seguenti, la causa subì un rallentamento a causa della
seconda guerra mondiale, che causò anche il bombardamento di Napoli e la
distruzione della chiesa e del monastero di Santa Chiara. In seguito,
fu proclamata la Repubblica in Italia e re Umberto II di Savoia andò in
esilio. Tra le numerose grazie attribuite all’intercessione della
Venerabile Maria Cristina, venne presa in esame la guarigione di Maria
Vallarino, malata dal giugno 1866 e guarita dopo essersi affidata
all’intercessione della regina Maria Cristina. La “Positio super
miraculo”, che riportava i documenti dei processi svolti negli anni
1872-1888 presso la Curia di Genova, venne esaminata dai Medici nella
Consulta del 29 ottobre 2009, dai Teologi nel Congresso del 26 maggio
2012 e infine dai Cardinali e Vescovi della Congregazione delle Cause
dei Santi il 9 aprile 2013. Infine, il 2 maggio 2013, papa Francesco
autorizzava la promulgazione del decreto che dichiarava miracolosa e
ottenuta per intercessione della Venerabile Maria Cristina di Savoia la
guarigione esaminata. Il rito della beatificazione si è svolto il 25
gennaio 2014 nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, presieduto dal
cardinal Angelo Amato come delegato del Santo Padre. La memoria
liturgica della nuova Beata è stata quindi fissata al 31 gennaio, il
giorno esatto della sua nascita al Cielo.