Indice
Premessa
Cosa è la nobiltà?
Storia
I titoli nobiliari
I quarti di nobiltà
Nobiltà in Europa
La nobiltà ieri nel Regno ed oggi nella Repubblica
L’accesso alla
nobiltà nel XXI secolo
I baroni feudali scozzesi
I Lords of the
Manor
L’uso di uno stemma
Lo stemma nel Regno
d’Italia
Stemma ed
identificazione personale
Alcune autorità
araldiche d’interesse per gli italiani
(Canada, Gran
Bretagna, Irlanda, Kenya, Nuova Zelanda, Spagna, Sudafrica
Moratoria sulla registrazione di rappresentazioni araldiche sotto The Heraldic Act
(Act No. 18 of 1962) per candidati stranieri (non cittadini sudafricani)
La nobiltà nel Sovrano
Militare Ordine di San Giovanni detto di Malta
La “Sovranità
Affievolita”
La Regia
Prerogativa dall’esilio
Gli Elenchi
Nobiliari del Regno d’Italia
Elenchi periodici sulla nobiltà italiana
nel XXI secolo
L’Annuario della Nobiltà Italiana
Elenco dei Titolati Italiani
Libro d’oro della nobiltà italiana
Libro d’oro della nobiltà italiana-nuova serie corrente-Ettore
Gallelli-editore
Libro d’Oro delle Famiglie Nobili e Notabili
Bibliografia
@ 2017 Pier Felice degli Uberti
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autorizzazione.
Premessa
Sono circa 40 anni che mi* occupo di araldica, diritto nobiliare,
genealogia e storia di ordini cavallereschi, ma quando ho iniziato questo
percorso la società era molto diversa da ora e non essendoci ancora internet i
contatti fra gli studiosi erano affidati ai lunghi tempi delle poste e nel
migliore dei casi al telefono.
In quell’epoca la maggioranza della
popolazione vivente era nata durante il Regno d’Italia dove la nobiltà era
riconosciuta e tutelata, viveva ancora in esilio Umberto II, che faceva uso
della Regia Prerogativa, e gli esponenti della nobiltà che si occupavano di
questi studi, detenevano una autorevolezza che derivava loro dall’aver visto e
vissuto come nobili nella loro società.
La ragione per cui mi sono immerso così
profondamente in questi studi nasce anche dal fatto - analogo per altre
migliaia di famiglie - che sono nato in una Famiglia storica italiana, che
ritenendosi nobile, per i più svariati motivi, pur riaffermando durante il
Regno d’Italia la sua appartenenza alla nobiltà, sia su pubblicazioni che su monumenti,
e facendo pubblico uso dello stemma di famiglia, esponendo nelle case l’albero
genealogico, in nessuno dei rami ha mai sentito l’esigenza di farsi inserire
negli Elenchi nobiliari del regno, per poi chiedere il dovuto riconoscimento.
Essendo per natura un legalitario, mi sono
sempre chiesto perché non è mai stata avanzata durante il Regno quella dovuta
richiesta di riconoscimento, e sebbene abbia raccolto numerose giustificazioni,
nessuna di esse per me è da ritenersi completamente valida. Questo è il solo
motivo per cui da quel momento ho fatto tutto quanto mi era possibile per
ottenere un riconoscimento nobiliare, credendo - allora - che non vi fosse
differenza fra quello proveniente dallo Stato e quello attuato dal privato,
perché a quell’epoca non avevo ancora capito che la mia Famiglia di fatto aveva
perso durante il Regno d’Italia l’ultimo treno possibile che portasse al
riconoscimento della nobiltà…
Oggi c’è un fenomeno che caratterizza la
nostra epoca: il bombardamento vertiginoso di informazioni cui siamo
quotidianamente sottoposti, destinato con gli anni ad aumentare ulteriormente;
il cervello umano, per svilupparsi e per mantenersi in perfetta forma, agile e
flessibile, ha bisogno di stimoli, il più variati possibile; questo favorisce la
fruizione diffusa di quotidiani, libri, riviste, pubblicazioni di vario genere,
ma anche cd, cd-rom, film, audio e videocassette, televisione e per ultimo, ma
non ultimo per importanza, il computer e quella che denominiamo la “rete delle
reti”: internet.
Ciascuno è libero di scegliere, secondo le
proprie inclinazioni e il proprio sviluppo emotivo e culturale, la strada che
preferisce, in accordo al personale senso di responsabilità, così che un’epoca
di declino e di crisi come la nostra offre opportunità a tutti. Quanto detto ci
obbliga a una riflessione chiedendoci cosa possa essere oggi la nobiltà. In
questi ultimi 40 anni abbiamo assistito a cambiamenti epocali in contrasto con
quello che erano le leggi nobiliari del Regno d’Italia; solo per fare un esempio:
il divorzio, l’eguaglianza dei figli (legittimi, naturali, adottivi), il
cambiamento di genere e via dicendo, ma un fatto di grande rilevanza è che i
discendenti dei nobili riconosciuti dal Regno d’Italia, sono per lo più
disinteressati alla materia, e già in molti casi hanno perso persino la
conoscenza della loro storia. Del resto per la grande massa delle persone della
nostra società, la nobiltà è solo un fenomeno storico finito da tempo. C’è
anche una minoranza di persone che per i più svariati motivi vogliono conoscere
la storia della loro famiglia, e spesso non essendo esperti si immaginano una
nobiltà che non era esistente, oppure credono che si possa ancora oggi nella
Repubblica Italiana diventare nobili, magari aggiungendo un cognome che loro interpretano
come un predicato nobiliare, o entrando in ordini cavallereschi un tempo
nobilitanti, oppure in associazioni che affermano di riconoscere la nobiltà, o
anche comparendo su pubblicazioni che sostengono di raccogliere la nobiltà grazie
a una semplice inserzione confusa con un valido riconoscimento. Proprio per
evitare possibili errori e sprecare inutilmente del denaro, qui troverete tutto
quello che è possibile ottenere in ambito nobiliare con il pieno riconoscimento
dello Stato da cui proviene. Scoprirete che al momento non è quasi più
possibile ottenere da parte degli italiani neppure una concessione,
registrazione, matricolazione, riconoscimento araldico proveniente da una
autorità araldica di uno Stato. Comprenderete cosa significa oggi un riconoscimento
di natura nobiliare nel Sovrano Militare Ordine di Malta, passando poi a quelli
che dobbiamo definire concessioni o riconoscimenti di carattere privato ma
provenienti da “Sovranità Affievolite” originarie della Penisola italiana; per
finire facendo un confronto con quelli che erano gli Elenchi nobiliari del
Regno d’Italia e le attuali pubblicazioni che inseriscono con i più svariati
criteri personali (anche in contrasto con le leggi nobiliari del Regno
d’Italia) famiglie che vengono reputate dagli editori “nobili”.
Spero che dopo aver metabolizzato questo
breve studio vi rendiate conto che oggi si può vivere benissimo anche senza un
riconoscimento nobiliare dello Stato, e che se proprio lo pretendete in ambito
privato, in qualunque modo lo otteniate siate così saggi da attribuire ad esso
solo il valore di quanto realmente è, senza elaborarvi attorno leggende che lo
possano rendere diverso dalla realtà.
Oggi credo che chi ama ancora le tradizioni
debba - se i documenti lo permettono - considerarsi appartenente alle Famiglie
Storiche, che nessuno può disconoscere, neppure la Repubblica Italiana o
qualunque altro Stato del mondo.
Fra queste Famiglie Storiche trovo tantissimi
nobili, ma anche altrettanti non nobili, alcuni dei quali anche più importanti
dei nobili; questa appartenenza deve rappresentare un ideale, ovvero la
trasmissione di una solida eredità di stimoli ad essere diversi dalla massa,
godendo delle elevate azioni dei propri avi riproponendole, meritevoli anche
nel loro micro cosmo di essere stati allo stesso livello di altre famiglie che
hanno governato per secoli il mondo.