Siamo lieti di dare spazio ai blog di tre antiche e legittime Case Imperiali e Reali, già Sovrane, autorevolmente rappresentate nel nostro Comitato d'Onore da Sua Altezza Imperiale il Principe Vladimir Cantacuzene di Bisanzio (Principe Voivoda di Valacchia, Transilvania e Moldavia), Sua Altezza Imperiale il Principe Patrizio Tomassini Paternò Leopardi di Costantinopoli (Conte di Montelupone e San Leopardo) e Sua Altezza Reale il Principe Irakli Bagrationi Imeretinsky (di Imerezia, Georgia, Armenia e Valacchia). Le storiche discendenze e pretensioni, ed i relativi ordini cavallereschi, sono ufficialmente riconosciuti dalle competenti Chiese Ortodosse: Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e Patriarcato Russo di Mosca, Chiesa Greca Tradizionale Veterocalendarista e Chiesa Apostolica di Georgia. I tre principi fanno tutti parte della Unione della Nobiltà Bizantina (Romana d'Oriente), fondazione culturale di diritto internazionale.
Questo è il solo blog ufficiale della associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea.
giovedì 30 agosto 2018
Un libro assolutamente provocatorio e stimoltante...
Intervista a Rammarik de Milford, autore di 'Plebei ed Altri Animali'.
L’uscita di “Plebei ed Altri Animali” di Rammarik de Milford e la recensione
uscita pochi giorni fa offrono un ghiotto spunto per fare il punto
della situazione aristocratica italiana e non. A parlarcene, questa
volta, è l’autore che ben si è prestato a dissipare ogni nostro dubbio a
riguardo.
Andiamo con ordine: ma Lei ha scritto questo libro perché non le hanno approvato i quarti di nobiltà per il cavalierato o perché ha litigato con il Gran Maestro su chi dovesse prendere l’ultima tartina al foie gras al ricevimento dai Principi di Sassonia?
Beh, in effetti i buffet sono l’ultimo campo – direi il privilegiato –
nel quale la nobiltà italiana applica ciò che resta del proprio
retaggio guerresco. Negli anni mi è capitato di vedere manovre di
accerchiamento dei tavoli e di penetrazione oltre le prime linee di
approvvigionamento vivande che avrebbero destato l’ammirazione di von
Clausewitz. Venendo alla Sua domanda, sinceramente non ho mai avuto
occasione di misurarmi in singolar tenzone con l’attuale Gran Maestro
che però, per come lo conosco io, ai ricevimenti credo preferisca le
concrete opere di carità a favore dei poveri e dei bisognosi.
Quanto poi al mio cavalierato, non ho requisiti di nobiltà così
antica ed elevata da poter accedere ai gradi di Cavaliere di Grazia e
Devozione e Cavaliere di Onore e Devozione, quindi il problema non si è
posto. So che in tempi recenti taluni miei confratelli con genealogie
simili alla mia sono comunque stati accolti, di diritto e non per
grazia, nelle due summenzionate categorie. Che dirLe? Difronte ai
miracoli l’uomo religioso non può che restare ammirato, e ringraziare
Dio di averlo ammesso alla contemplazione di tali meraviglie. Da uomo di
scienza però mi spiace non poter ammirare più da vicino questi
miracoli, visto che le carte relative ai processi di nobiltà per l’accesso all’Ordine restano secretate per molti decenni…
Nel Suo libro è evidente uno stallo: la nobiltà è una classe sociale (che fu dirigente) completamente estraniata dalla società e fortemente classista verso tutti i non sangue blu, al contempo però, la sua fons honorum, che è il Sovrano, è stato spogliato di qualsiasi potere che aveva per poter creare nobili ex novo utili a rifocillare le file blasonate. C’è una soluzione secondo Lei? Gli svariati movimenti monarchici che auspicano a un ritorno dei Savoia e alla reintroduzione delle prerogative nobiliari potrebbero essere una soluzione a tale problema?
In realtà lo stallo è oramai secolare nel senso che
anche in tempi di monarchia Casa Savoia non provvide ad una politica di
rinfoltimento dei ranghi nobiliari tale da fronteggiare la diminuzione
del numero delle famiglie aristocratiche in Italia. E ciò non lo fece
non solo per l’atavica inintelligenza così evidente anche negli ultimi
rappresentanti, ma anche perché non ne sentiva la necessità visto che
concretamente la riproduzione dei ceti dirigenti nazionali non passava
più, e da tempo, attraverso le forche caudine della concessione di un
qualunque segno onorifico come un titolo nobiliare.
In tale prospettiva un eventuale ritorno della monarchia in Italia
non credo potrebbe invertire il corso di dinamiche strutturali, e dunque
razionali, così ben definite non solo presso di noi ma anche nei
restanti Stati monarchici. Il tutto, naturalmente, ammesso e non
concesso che in Italia potrà mai tornare una monarchia, evento con il
quale, oltre a determinarsi la rottura del presente ordinamento
costituzionale che rifiuta chiaramente il principio dinastico,
si avrebbe anche un notevole affievolimento di ogni principio di
uguaglianza sostanziale, e quindi una mostruosa regressione della nostra
civiltà giuridica. Personalmente, è un qualcosa che davvero non
auspico.
Ma nell’Annus Domini 2018, ha ancora senso parlare di classi sociali ferree? Ha ancora senso legittimare la nobiltà a vantare certe prerogative giuridiche come avviene nel resto d’Europa?
Assolutamente no, ma questi signori non lo vogliono capire.
Come ho spiegato nel libro, costoro sono indisponibili a smettere di
costruire quinte barocche nelle quali recitare a soggetto la loro oramai
macchiettistica parte in società. Oltre che per sociostruttura, tali
condotte sociali sono evidentemente dovute alle verisimili patologie
psichiatriche dalle quali sono affetti i componenti più aggressivi e
organizzati del ceto. Nel libro ho riferito solo ciò che potevo
documentare, ma non ha idea di quante ne ho viste in questi anni. Ho
conosciuto un nobile, particolarmente impegnato nella militanza cetuale,
che usava come copriletto una coltre funebre in velluto nero
opportunamente decorata con stemmi della propria famiglia, e che
collezionava reliquie di santi in apposite teche barocche ma solo “ossa
lunghe”. Uno psicanalista direbbe trattarsi di sublimazione di altre e
più dinamiche lunghezze. Oppure quella contessa che faceva dormire il
fidanzato della figlia in una apposita ala della propria casa di
famiglia ritenendo tuttavia di salvare la morale con il dire che i due,
evidentemente non ancora sposati, comunque “non dormivano sotto lo
stesso tetto” in quanto il tetto del maniero avito era spiovente e la
stanza del fidanzato era in corrispondenza della porzione di tetto
opposta a quella della figlia.
O come quel principe romano che conservava i propri dentini da latte
di quando era bambino perché partecipi della sacralità della sua persona
in quanto nobile (mi sono sempre chiesto cosa facesse di unghie e
capelli…). O ancora quell’attempato e scapolo principe che veniva a
tutti i ricevimenti rigorosamente accompagnato dalla mammà
ultracentenaria con la veletta in testa. Insomma, personaggi che
sembrano usciti dai libri di Mario Praz o dai romanzi di William
Thackeray o, peggio ancora, da un’operetta di metà Ottocento! Il tutto
in un clima decadente di profonda infelicità e ipocrisia
che, come può vedere, ha del surreale. E questo spiace, anche perché
la nobiltà militante che ha colonizzato le strutture ecclesiastiche ad
essa ancora riservate è numericamente una infima minoranza fra gli
appartenenti al ceto. La maggior parte dei membri di famiglie blasonate
conduce vite assolutamente normali, e spesso ha appena una pallida
consapevolezza di discendere da magnanimi lombi.
A Suo avviso, l’istituzione sociale che più si è appiattita ai tempi moderni è stata la Monarchia che per fortuna o purtroppo è stata privata di qualsiasi diritto o lo Stato Pontificio che nonostante goda ancora di quasi tutte le sue prerogative nobiliari ha deciso di non sfruttarle più e addirittura di smantellare la propria Corte sotto il pontificato di Paolo VI?
Mah, non parlerei di appiattimento anche perché, come ho provato a
dimostrare nel libro, in genere la perpetuazione di istituti giuridici
che non hanno più corrispondenza nella sostanza dei rapporti sociali
determina, come nel caso dei nobili, fenomeni grotteschi, deformi, che
sinceramente non fanno onore ai trascorsi di istituti sociali che pure
avevano una propria dignità e un proprio decoro. Così è stato anche per
la monarchia in Italia laddove, in quanto ente non più esponenziale di
interessi economicamente e socialmente vitali, è stata lasciata cadere
da quelle forze che volendo l’avrebbero potuta salvare almeno quale
fattore contenitivo di eventuali avanzate rivoluzionarie.
Per la Chiesa è diverso, in quanto la sua natura giuridica è
strumentale, almeno così dice, al fine suo proprio che è la salvezza
delle anime. In questo caso, Paolo VI fece
evidentemente la scelta di sacrificare il rapporto privilegiato col ceto
nobile irrimediabilmente sconfitto cercando di creare relazioni con
uomini nuovi. Quanto ciò sia stato un successo lo lascio dire a chi è
più versato di me in queste cose. Non posso però che rilevare la palese
mancanza di progetti per l’Ordine di Malta da parte di chi ha aperto,
con una certa ruvidezza, il processo di riforma dell’Ordine. Temo
infatti che, ottenuto il controllo degli aspetti più propriamente
economici, la Santa Sede lascerà fare all’Ordine su tutto il resto.
Prevedo dunque che, tranne qualche ritocco, verrà mantenuta la natura
nobiliare dell’istituzione destinandola dunque a rimanere
quell’incubatrice di nevrosi esistenziali che è ora.
In alcuni capitoli Lei racconta di aneddoti per nulla felici su alcuni comportamenti di tali cavalieri blasonati di Malta, ma tra gli stessi nobili v’è un’ulteriore discriminazione? Mi riferisco ovviamente alla differenza di Quarti, di avi, o se si proviene da una famiglia con nobiltà di spada, toga o civica.
La maggior parte delle distinzioni fra nobili sono venute meno.
Volendo semplificare, credo che il ceto nobile possa distinguersi in
tre sottogruppi. Una prima componente è composta da famiglie di nobiltà altissima,
con titoli principeschi, ducali, comunque molto antica e ancora molto
ricca. Questa componente è quella più cosmopolita, sovente imparentata
con famiglie della ricchissima borghesia internazionale. Questi nobili
praticamente non si vedono, e le occasioni di intercettarli per chi non
ha capacità di spesa elevate o lignaggi particolarmente prestigiosi sono
pressoché nulle. Per dirla in poche parole, questi sono i nobili “che
si divertono” e che si vedono mollemente adagiati su barche di lunga
metratura puntualmente fotografate sui rotocalchi.
Un secondo gruppo è composto da nobiltà di media levatura,
in genere impegnata nella beneficenza cattolica e quindi negli ordini
cavallereschi. Questi sono i militanti, gli impegnati, sovente non più
ricchi ma particolarmente dediti a frequentare circoli, ordini
cavallereschi, enti certificativi della propria superiorità per casta.
Sono quelli che ho incontrato e frequentato fin da ragazzo, e su cui ho
tarato il mio studio. Poi c’è la maggioranza dei nobili che, come
dicevo, sa a mala pena di essere tale, vive e lavora come tutti senza
sviluppare peculiari condotte oppositive ai principi egualitari
dell’ordinamento repubblicano. Al di fuori di queste distinzioni
concrete perché basate sul tenore e sullo stile di vita non credo si
possa differenziare altrimenti, al di fuori naturalmente dei
pettegolezzi sempre correnti di bocca in bocca sulla maggiore o minore
nobiltà di questo o quel nobile…
Qual è il Suo rapporto con il Sovrano Militare Ordine di Malta? Intrattiene altri rapporti con ulteriori ordini cavallereschi?
La mia scelta di scrivere sotto pseudonimo aveva lo scopo di provare a
mantenere qualche contatto con l’Ordine di Malta così da seguire
l’evoluzione della situazione dall’interno, soprattutto per quanto
riguarda il processo di riforma intrapreso dal Pontefice. E ciò avrei
fatto se il mio gusto per l’aneddotica ed uno stile di scrittura
abbastanza riconoscibile non mi avessero reso individuabile ad un laido
confratello che, naturalmente, ha spifferato tutto facendo saltare la
mia copertura. Preso atto di questo, ho deciso di svelare la mia
identità e con apposita raccomandata spedita i primi di aprile di
quest’anno ho comunicato formalmente all’Ordine di essere l’autore del
libro invitando “pannellianamente” chi di competenza ad applicare la sua
propria legalità per accertare le mie responsabilità disciplinari.
Questa mia autodenuncia ad oggi non ho avuto nessuna risposta, quindi non so dire cosa sarà di me quale membro dell’Ordine di Malta.
Avevo altri due ordini cavallereschi al collo. Da uno mi sono già
dimesso, quanto all’altro sto aspettando che si definiscano i miei
rapporti con l’Ordine di Malta per valutare se e quali scelte spirituali
fare nel futuro. Le confesso che questo libro è stato per me una
intensa forma di autoanalisi che mi ha spinto a prendere definitivamente
atto che certe realtà, delle quali mi sentivo parte attiva, non è bene
che esistano più. Ma, devo essere sincero, ancora più deludente è stato
il silenzio assordante con il quale questi signori, evidentemente
carenti di attributi maschili oltre che di spirito cavalleresco, hanno
circondato il mio lavoro. Tutto quello che ho scritto è ampiamente
documentato, ma non una richiesta di contatto, di chiarimento o di
confronto è pervenuta da nessuna delle istituzioni o delle persone da me
citate. Nulla di nulla. Non posso che prenderne atto e andare avanti
nei miei studi.
Quali sono le sostanziali differenze tra la nobiltà nostrana (la quale, come Lei fa notare, a sua volta ha significative divergenze tra quella storicamente sabauda e quella borbonica) e quelle europee? E se sì, quella italiana, può sperare in una rivalsa nel futuro?
Le potrei rispondere se conoscessi approfonditamente la situazione
attuale, anche patrimoniale, delle altre nobiltà europee. A spanne direi
che un certo maggiore dinamismo, inteso come possibilità di accesso per
chi ne abbia desiderio, può riscontrarsi nel Regno Unito dove un
cittadino o un residente può registrare il proprio stemma presso i Re
d’Armi ed avere formalmente accesso alla locale aristocrazia, sebbene al
gradino più basso. Chi poi ha qualche disponibilità economica e una
certa dose di eccentricità può, anche se straniero, comperarsi un titolo
baronale scozzese, ultimo “fossile giuridico” di un tempo nel quale
l’esborso di denaro collegato all’ottenimento di un onore non procurava
negli stessi nobili risolini e gomitate. Anche perché, molti aristocratici non lo sanno o fanno finta di non saperlo,
ma in Italia quasi sempre nel passato, anche non eccessivamente
risalente, si doveva pagare per diventare nobili. Quanto alla nobiltà
italiana, vedo per essa una lenta estinzione biologica, tanto più dolce
quanto più accompagnata dalla presa d’atto che circoli, associazioni,
ordini cavallereschi e altri luoghi di endogamia non varranno a smentire
ciò che Hegel andava dicendo, ossia che “il reale è sempre razionale”.
E, se lo lasci dire da chi conosce l’ambiente per come è attualmente, è
bene che finisca così.
A quanto pare, la nobiltà italiana è destinata ad avere ancora poca
vita e le parole dell’autore ci danno un’idea ancora più chiara di
quanto ormai questo mondo stia andando verso una lotta titanica verso il
tempo. L’aristocrazia ormai si è ridotta a far peso e leva su quei
nobili di “secondo gruppo” (citando lo scrittore) che si aggrappano come
bambini alle gonne ai loro quarti e ai loro blasoni mentre il “primo
gruppo” viaggia in yacht e resort non crucciandosi minimamente né di
titoli, né di missioni salvifiche, né di status quo o rispettabilità
sociale. Probabilmente l’istituzione della monarchia è destinata a
sfumare anche nei sogni dei più reazionari pensatori o forse,
semplicemente, citando Codreanu (noto filomonarchico):
Non abbiamo bisogno di programmi, ma di uomini (nobili ndr.) nuovi.
http://www.lintellettualedissidente.it/letteratura-2/discorsi-sopra-la-nobilta/
giovedì 23 agosto 2018
Delegazioni di Aristocrazia Europea in USA e Argentina
Nuovi Delegati Internazionali di Aristocrazia Europea: il Conte Prof.
Gary Lee Waldron Arundell di Wardour (per gli Stati Uniti d'America) ed
il Conte Gustavo Alejandro Taricco Calvo Galli di Stroppo (per
l'Argentina). Complimenti e buon lavoro
Cultura, Tradizione e Memoria...
Nel Comitato Scientifico Culturale di Aristocrazia Europea entra a fare parte ufficialmente
l'illustre Professor Luigi Antonio Fino di Bari, medico e docente
universitario, appassionato studioso di storia, religione e geopolitica,
autore, fra l'altro, di un libro dedicato al ricordo del Genocidio
Armeno.
Vacanze di incontri culturali e pubbliche relazioni
Estate di incontri e pubbliche relazioni per la vice presidente Mandilosani Lali Panchulidze
Aznauri che, insieme al conte Nikoloz Vardanidzev e a Maia Bubashvili, è
stata in nord e centro Italia, Svizzera e nel Principato di Monaco dove,
presto, saranno attive due sub delegazioni ufficiali. Nel frattempo
continuano e si rafforzano i rapporti di interscambio culturale e
amicizia con i rappresentanti della Real Casa Savoia, la Sovrana Casa
Principesca Grimaldi, la Casa Imperiale Cantacuzene di Bisanzio, la Casa Reale Bagrationi di Georgia, diversi ordini cavallereschi e confraternite templari, il Principato di Seborga, associazioni culturali, storiche e folkloristiche.
mercoledì 8 agosto 2018
Governo di Aristocrazia Europea - gerarchia e organizzazione
Comitato d’Onore:
Mons. Luigi Anfosso
SE Mons. Avondios Ioan Dimitri Bica
Mons. Luigi Casolini di Sersale
Mons. Iakovos Giannakis
SE Mons. Prof. John Kersey de Polanie-Patrikios
Padre Nenad Miodragov Jovanovic
SE Mons. Silvano Livi
SE Mons. Filippo Ortenzi
Mons. Josè-Apeles Santolaria de Puelles y Cruells
Mons. Massimilliano Watson Taylor of Strichen
Padre Alexander Sergeev Zarnadze
Gen. Carmine Bennato
Comandante Giancarlo Cioffi
Ammiraglio Mario Mancini
Gen. Stefano Murace di Castel Misano
Coll. Angelo Vasta
SAR Irakli David Bagrationi di Imereti
SAR Tigran Bagratuni di Armenia
SAS Boris Kabardian Beckovich Chercassky
SAI Elizandra Bragança de Orleans
SAI Hugo Noberto Cabrera Rurikovich Kubarev
SAI Prof. Roberto Comneno d'Otranto
SAI Vladimir Gorshkov Cantacuzene
SAI Giovanni Paleologo di Bisanzio
SAR Marko Petrovich Niegos del Montenegro
SAI Tatiana Romanova di Russia
SAI Patrizio Tomassini Paternò Leopardi
SAR David Castro OKaHale OKeouaNui - Hawaii
SM Tchiffy Zie Jean Gervais - Costa d'Avorio
SA Kevin Nyerere Znaki Mara - Tanganyka
SAI Davaanyam Purev Oidov - Mongolia
SAS Igor Sibirsky Genghisid - Siberia
SAS Thierry JeanBaptiste Souloque Lubin - Haiti
SAR Jonn Martin Raja Thomas - India
Francisco Acedo Fernández Pereira
Maestro Spartaco Bertoletti
Ottavio Bevilacqua di Bevilacqua
On. Lodovico Boetti Villanis Audifredi
Costantino Brancia di Apricena
Giuseppe Carfi di Serra Rovetto Boscopiano
Loris Catriota Skanderbegh
Marina De Beiret De Dampierre De Picot
Stefano Durazzo di Gabiano
Rudolphus Egon von Furstenberg
Bruno Henning Castellani di Malo
Massimo Mallucci de Mulucci
Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo
Giancarlo Maresca
Oriana Federico Filippo
Giuseppe Parodi Domenichi
Alessandro Romei Longhena
Sforza Ruspoli di Cerveteri
Sergio Luigi Sergiacomi de Aicardi
Antonfrancesco Vivarelli Colonna
Sacrario d’Onore (+):
Gherardo Balbo di Vinadio
Gen. Umberto Cacace
Donna Fiorella Cencetti
Giacomo Scipione Caneva di Lisert e Verteneglio
Luigi Coda Nunziante di San Ferdinando
Aldo Pezzana Capranica del Grillo
Claudio Procaccini di Monsanvito
On. Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse
----------------------------------------
Comitato Scientifico-Culturale
(professori docenti universitari):
Silvio Bolognini (presidente)
Gianfranco Benedetto
Enrico Bociollesi
Massimilliano Bonavoglia
Umberto De Giovanni
Massimo De Leonardis
Giacomo Gaggero
Valerio Leoni
Francesco Lotito
Paolo Manazza
Cesare Marinacci
Marco Marinacci
Stefano Masullo
Luca Romagnoli
Claudio Savoldi Bellavitis
Riccardo Scarpa
Giovanni Sessa
Attilio Vaccaro Belluscio
Carlo Vivaldi Forti
Luigi Zingone
Consulta Araldica
(genealogica, nobiliare, cavalleresca:
Silvia Aymerich di Laconi (vice presidente)
Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca (v.p.)
Loris Castriota Skanderbegh
Raffaele Coppola
Avv. Lupo Migliaccio di San Felice
Enzo Modulo Morosini
Emilio Petrini Mansi della Fontanazza
Paolo Vandelli Bulgarelli
Commissione Castelli:
Edoardo Algenti
Costantino Brancia d'Apricena
Laura Caldara
Andrea Canafoglia Venturini
Ambrogio Carissimo Oltrona Visconti
Giancarlo De Col
Ing. Roberto Deitinger
Simone Piercacciolo
Gianfranco Stefanizzi
Alessandro Romei Longhena
Avv. Aldo Rozzi Marin
Alberto Uva (presidente)
Silvio Vartolo
Avv. Cesare Vernarecci di Fossombrone
----------------------------------------
Consiglio di Reggenza:
Ezra Annibale Foscari Widmann Rezzonico (presidente pro tempore)
Lali Panchulidze (vice presidente pro tempore – rapporti internazionali)
Roberto Jonghi Lavarini (vice presidente pro tempore – organizzazione)
Rosanna Chifari Negri (responsabile gruppo Dame e attività benefiche)
Cristina Vittoria Egger Bertotti (responsabile organizzazione eventi)
Claudio Savoldi Bellavitis d'Urcei (responsabile artistico)
Mirko Cuneo (responsabile rievocazioni e ambientazioni storiche)
Giada Arioli (responsabile adesioni e archivio)
Filippo Gerardo di Mottola (commissione giustizia e disciplina)
Francesco Ugolini Pentini Rossini (delegato Roma e Italia Centrale)
Tommaso Romano (delegato Sicilia e Italia Meridionale)
Franco Torriglia Sbraccia (delegato Liguria, Monaco e Costa Azzurra)
Massimiliano Pulvano Guelfi (delegato Malta e Mediterraneo)
Andreas Rovilos (delegato Grecia e Cipro)
Levan Chkheidze (delegato Georgia, Armenia, Caucaso, Bisanzio)
Zef Bushati (delegato Albania)
Pierfrancesco Gaviglio Rouby de Cals (delegato Svizzera)
Gianpaolo Berni Ferretti
Claudio Bernieri
Andrea Canafoglia Venturini
Pierluigi Colloredo Mels
Onelio Onofrio Francioso
Stefano Linati
Francesca Lovatelli Caetani
Fabrizio Nucera
Giacinta Ruspoli di Cerveteri
Franco Cesare Tardivo di Ressairage
Cesare Vernarecci di Fossombrone
Commissione Giustizia:
Padre Michele Maria Pirotta
Rosanna Chifari Negri
Filippo Gerardo di Mottola
Atto Costitutivo e Statuto di Aristocrazia Europea
ARISTOCRAZIA EUROPEA
ATTO COSTITUTIVO
DELL’ASSOCIAZIONE
In data 25 Dicembre 2015 , in Milano, si sono riuniti i signori Ezra
Annibale Foscari Widmann Rezzonico,
Vincenzo Grande, Roberto Jonghi Lavarini, Alessandro Romei Longhena e il Signor XY (ai sensi della legge sulla privacy, su richiesta del diretto interessato), di cui alleghiamo dati anagrafici e documenti, per costituire una Associazione senza fini di lucro il cui scopo è
valorizzare, custodire e trasmettere intatto il patrimonio storico, religioso e
culturale costituito connesso al concetto di “aristocrazia”, nella più ampia
accezione del termine, nel contesto del continente Europa e in connessione e
riferimento ai concetti tradizionali di aristocrazia e Impero, nella
consapevolezza che la storia della nostra Europa, delle nostre città e nazioni,
coincide con quella delle Famiglie della grande e della piccola Nobiltà, degli
Ordini religiosi e cavallereschi e delle élites tradizionali che hanno retto,
per oltre un millennio, le nostre terre, rendendole ricche di castelli e
monasteri, palazzi e chiese, opere d’arte, leggi ed istituzioni, che, ancora
oggi, costituiscono il monumentale e immenso patrimonio artistico e culturale
della nostra civiltà. Aristocrazia Europea ritiene, sostiene e propugna che la
vera aristocrazia è custode e portatrice di questa tradizione che è sintesi, stratificata
e consolidata, della filosofia greca, della legislazione romana, della
religiosità cristiana e dello spirito imperiale, che ha trovato nel Sacro
Romano Impero di Carlo Magno la sua più alta sintesi. In particolar modo l'associazione si riserva
all'uopo di promuovere e proporre corsi completi, seminari, conferenze,
pubblicazioni monografiche o continuative inerenti a suddette tematiche, e di
curare e promuoverne mediante appropriate iniziative l’accesso ai suoi soci ed
anche ad esterni. L'associazione opererà dunque tutti quegli interventi
necessari alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale,
religioso esistente o che verrà acquisito.
I presenti, sentiti gli autorevoli pareri
del principe Sforza Ruspoli di
Cerveteri e del marchese Luigi Coda
Nunziante di San Ferdinando, già promotori, insieme alla compianta principessa
Elvina Pallavicini, di “Noblesse et Tradition”, associazione alla quale i
fondatori si ispirano, designano, in qualità di Presidente dell’Assemblea, Ezra
Foscari, il quale accetta e nomina due vice presidenti, Roberto Jonghi (con
delega alla organizzazione) e la signora Lali Panchulidze (con delega ai rapporti internazionali ed al dialogo
ecumenico cristiano fra cattolici occidentali e ortodossi orientali) ed un
segretario, Vincenzo Grande, quale estensore del presente atto. Il Presidente
dell’Assemblea illustra i motivi che hanno spinto i presenti a farsi promotori
dell’iniziativa volta a costituire una tale Associazione; dà quindi lettura
dello Statuto (che si riporta in calce al presente atto), comprendente più
dettagliatamente l’oggetto sociale della costituenda Associazione. Lo Statuto,
dopo ampia e proficua discussione, viene posto in votazione ed approvato
all’unanimità. L’Assemblea delibera quindi che l’Associazione venga denominata “Aristocrazia Europea”, e che la sua
sede legale venga posta, provvisoriamente, in Milano, in Corso Sempione 34. La
proposta viene approvata all’unanimità. Nella sua prima riunione l’Assemblea ratifica
il primo Consiglio di Reggenza, in carica, per tre anni, come da statuto,
ovvero fino al 25 dicembre 2018,
dove oltre ai sopracitati fondatori, presidente, vice e segretario, vengono
subito cooptati i signori: Giada Arioli, Gherardo Balbo di Vinadio, Lodovico
Boetti Villanis Audifredi, Pierluigi Colloredo Mels, Roberto Comneno d’Otranto,
Onelio Onofrio Francioso di Arronches, Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo,
Giuseppe Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Aldo Pezzana Capranica del Grillo,
Francesco Ugolini Pentini Rossini, Massimiliano Pulvano Guelfi, Giacinta
Ruspoli di Cerveteri e Paolo Vandelli Bulgarelli. Detto Consiglio di Reggenza
sarà modificato o ratificato in successive apposite riunioni elezioni. Non
essendovi altro da deliberare il Presidente scioglie l’Assemblea. Milano, lì 25 Dicembre 2015 - Letto,
approvato e sottoscritto
STATUTO
ART. 1
COSTITUZIONE
E’
costituito un sodalizio fra nobili, patrizi, cavalieri e gentiluomini
denominato “ARISTOCRAZIA EUROPEA”; detta
associazione ha sede legale in Milano, in Corso Sempione 34. L'associazione non
ha scopo di lucro e non può distribuire utili.
ART. 2
DELEGAZIONI, UFFICI,
GRUPPI E COMITATI
Delegazioni,
uffici, gruppi e comitati potranno essere costituiti dalla “Maggior Credenza”
(Consiglio di Reggenza) sia in Italia che all’estero onde svolgere in via
accessoria e strumentale rispetto alle finalità dell'associazione, attività di
promozione nonché di sviluppo ed incremento della necessaria rete di relazioni
nazionali ed internazionali di supporto all'associazione stessa. E’ facoltà
della Maggior Credenza emanare regolamenti specifici per le singole
delegazioni, uffici, gruppi e comitati. È costituita in modo permanente la
Commissione Araldica, presieduta da un Socio scelto dalla Maggior Credenza che
ne abbia gli adeguati requisiti, e retta secondo i suoi propri regolamenti. È
altresì permanentemente costituito il gruppo denominato “Senato Nobile”
(Comitato d’Onore), che raduna il Soci Onorari
ART. 3
SCOPI ED ATTIVITA’ STRUMENTALI, ACCESSORIE E CONNESSE
L’associazione
persegue prioritariamente lo scopo di valorizzare, custodire e trasmettere
intatto il patrimonio storico, religioso e culturale costituito connesso al
concetto di “aristocrazia”, nella più ampia accezione del termine, nel contesto
del continente Europa e in connessione e riferimento ai concetti tradizionali
di aristocrazia e Impero, nella consapevolezza che la storia della nostra
Europa, delle nostre città e nazioni, coincide con quella delle Famiglie della
grande e della piccola Nobiltà, degli Ordini religiosi e cavallereschi e delle élites tradizionali che hanno retto, per
oltre un millennio, le nostre terre, rendendole ricche di castelli e monasteri,
palazzi e chiese, opere d’arte, leggi ed istituzioni, che, ancora oggi,
costituiscono il monumentale e immenso patrimonio artistico e culturale della
nostra civiltà. Aristocrazia Europea
ritiene, sostiene e propugna che la vera aristocrazia è custode e portatrice di
questa tradizione che è sintesi, stratificata e consolidata, della filosofia
greca, della legislazione romana, della religiosità cristiana e dello spirito imperiale,
che ha trovato nel Sacro Romano Impero di Carlo Magno la sua più alta sintesi. In particolar modo l'associazione si riserva
all'uopo di promuovere e proporre corsi completi, seminari, conferenze, pubblicazioni
monografiche o continuative inerenti a suddette tematiche, e di curare e
promuoverne mediante appropriate iniziative l’accesso ai suoi soci ed anche ad
esterni. L'associazione opererà dunque tutti quegli interventi necessari alla
valorizzazione del patrimonio storico, artistico, culturale, religioso
esistente o che verrà acquisito.
ART. 4
PATRIMONIO E
GESTIONE
Il fondo di
gestione della associazione è costituito:
·
dalle
rendite e dai proventi derivanti dal patrimonio e dalle attività della associazione
medesima;
·
da
eventuali donazioni o disposizioni testamentarie;
·
da
eventuali altri contributi attribuiti dallo Stato, da Enti Territoriali o da
altri Enti Pubblici;
·
dai
contributi dei Fondatori, degli Associati Nobili, degli Associati e di eventuali
Sostenitori;
·
dai
ricavi delle attività istituzionali, accessorie, strumentali e connesse e di
quant’altro si rendesse necessario per il raggiungimento dei propri scopi.
Le
rendite e le risorse dell'associazione saranno impiegate per il funzionamento
della associazione stessa e per la realizzazione dei suoi scopi.
ART. 5
ESERCIZIO
FINANZIARIO
L’esercizio
finanziario ha inizio con il 1 Gennaio e termina il 31 Dicembre di ciascun
anno. Entro tale termini il Piccolo Consiglio approva il bilancio economico di
previsione ed entro il 30 Aprile successivo il conto consuntivo. Il bilancio
economico di previsione ed il bilancio di esercizio devono essere trasmessi a
tutti i Fondatori, accompagnati dalla relazione sull’andamento della gestione
sociale. Copia del bilancio di esercizio, unitamente al verbale della seduta
del Consiglio in cui è stato approvato, dovrà essere depositata nei modi di
legge. Qualsiasi impegno di spesa e obbligazione, non potrà essere direttamente
contratta dal rappresentante legale della associazione senza previa ratifica della
Maggior Credenza, che verificherà la copertura delle stesse. Gli eventuali
avanzi delle gestioni annuali dovranno essere impiegati per il ripiano di
eventuali perdite di gestione precedenti, ovvero per il potenziamento delle
attività della associazione o per l’acquisto di beni strumentali per
l’incremento o il miglioramento della sua attività. E’ vietata la distribuzione
di utili od avanzi di gestione nonché di fondi e riserve durante la vita della
associazione, a meno che la destinazione o la distribuzione non siano imposte
per legge.
ART. 6
ASSOCIATO
Possono
richiedere la qualifica di Associato le persone fisiche che, condividendo le
finalità della associazione, intendono volontariamente contribuire alla
sopravvivenza della medesima ed alla realizzazione dei suoi scopi mediante
contributi in denaro, annuali o pluriennali, in misura non inferiore a quella
eventualmente stabilita, anche annualmente, nelle forme e nella misura, dal
Consiglio di Amministrazione. La qualifica di Associato viene deliberata dal
Consiglio di Reggenza che può accoglierla o respingerla senza obbligo di
motivazione e ha durata illimitata, salvo dimissioni rassegnate personalmente
dall’Associato stesso o comminate dal Consiglio di Reggenza, senza che
quest’ultimo sia tenuto a motivarle. In entrambi i casi, l’Associato non ha
diritto a rimborso o risarcimento alcuno.
ART. 7
ASSOCIATI NOBILI
Possono
richiedere la qualifica di “Associati Nobili” le persone fisiche che ne abbiano
i requisiti. La qualifica di Sostenitore Nobile viene deliberata dal Consiglio
di Reggenza che può accoglierla o respingerla senza obbligo di motivazione. L'ammissione
a detta categoria è regolata da apposito regolamento così come stabilito dal
Piccolo Consiglio. La qualifica di Associato Nobile ha durata illimitata, salvo
dimissioni rassegnate personalmente dall’Associato stesso o comminate dal
Consiglio Generale, senza che quest’ultimo sia tenuto a motivarle. In entrambi
i casi, l’Associato Nobile non ha diritto a rimborso o risarcimento alcuno.
ART. 8
SOCI ONORARI
Possono
divenire Soci Onorari le persone fisiche, pubbliche o private, che per la loro
appartenenza al ceto nobile o ad élite sono nominati tali dal Consiglio
Generale. I Soci Onorari sono esenti da qualsiasi forma di contributo
associativo e rimangono tali ad vitam, salvo dimissioni motivate da
parte del Consiglio Generale, personalmente rassegnate per iscritto dal
Socio Onorario stesso . In entrambi i casi, il Socio Onorario non ha diritto a
rimborso o risarcimento alcuno. I Soci Onorari sono iscritti nel Senato Nobile.
I Cardinali e i Patriarchi della Chiesa Cattolica e delle Chiese Ortodosse, e i
Principi di Case Imperiali e Reali, oltre che Soci Onorari, potranno assumere
(a loro discrezione) la qualifica di Alto Protettore del sodalizio, dando
comunicazione scritta del loro intendimento in merito.
ART. 9
FONDATORI
Sono Fondatori
coloro che sottoscrivono l’atto costitutivo. I Soci Fondatori sono soci a
titolo vitalizio. Sono
Soci Fondatori le persone fisiche che hanno
costituito l’Associazione.
ART. 10
ORGANI
DELL'ASSOCIAZIONE
Sono
organi della associazione:
Il
Consiglio di Reggenza (Maggior Credenza);
il
Presidente (Reggente);
il
Segretario Generale (Cancelliere);
il
Collegio dei Revisori dei conti;
l’Assemblea
Generale dei Soci (Gran Capitolo).
ART. 11
IL CONSIGLIO
GENERALE O MAGGIOR CREDENZA
Il
Consiglio di Reggenza (Maggior Credenza) è il consiglio d’amministrazione: l’organo
al quale è riservata la deliberazione degli atti essenziali alla vita dell’Ente
ed al raggiungimento dei suoi scopi. A lui è demandato il compito di scegliere
il Reggitore fra i nomi proposti dai Fondatori. Il Consiglio di Reggenza è
composto dai Soci Fondatori, che ne sono membri vitalizi; può altresì cooptare
altri membri approvati dalla stessa a maggioranza assoluta, che rimangono in
carica per tre anni.
Il
Consiglio Generale ha il compito di:
- Amministrare
l’Associazione;
- nominare uno o
più Vice Presidenti dell’associazione;
- approvare il
bilancio preventivo e consuntivo ed il programma di attività;
- approvare le
modifiche statutarie proposte dall’Assemblea Generale;
- deliberare le
modifiche statutarie che ritenga necessarie;
- deliberare lo
scioglimento dell’Ente e la devoluzione del patrimonio;
- svolgere ogni
ulteriore compito ad esso attribuito dal presente statuto;
- nominare gli
Associati Nobili, gli Associati e i Soci Onorari di cui agli articoli del
presente statuto.
·
predisporre
il bilancio di previsione ed il conto consuntivo;
·
deliberare
in ordine all’accettazione di eredità, legati e donazioni nonché all’acquisto e
all’alienazione di beni immobili;
·
nominare
il Segretario Generale (Cancelliere) e il Tesoriere;
·
stabilire
i criteri ed i requisiti perché i soggetti di cui agli articoli 6, 7, 8 e 9
possano divenire Associati, Associati Nobili, Soci Onorari;
·
redige
e istituisce regolamenti e commissioni che ritiene opportune per lo svolgimento
dell’attività sociale;
·
determinare
i contributi necessari all’equilibrio finanziario.
ART. 12
CONVOCAZIONE E
QUORUM
Le
riunioni della Maggior Credenza sono tenute nel luogo di volta in volta
indicato nell’avviso di convocazione. La Maggior Credenza si riunisce almeno
due volte all’anno nonché ogni qualvolta se ne ravvisi l’opportunità o ad
istanza di almeno un terzo dei Membri. La Maggior Credenza è convocata dal
Reggitore mediante lettera raccomanda A.R., o tramite p.e.c., o tramite e-mail
con ricevuta di ricezione, o con telegramma o telefax da recapitarsi a ciascun
fondatore almeno otto giorni prima della data fissata per la riunione, salvo
casi di estrema urgenza o stringente necessità. L’avviso deve contenere
l’indicazione del giorno, dell’ora e del luogo dell’adunanza e del relativo
ordine del giorno, nonché le medesime indicazioni per l’eventuale seconda
convocazione, che può svolgersi anche ad un’ora di distanza dalla prima. Nel
caso di impossibilità ad intervenire alla riunione, ciascun membro può delegare
altro membro della Maggior Credenza. È previsto un limite di due deleghe
scritte. La Maggior Credenza è validamente costituita, in prima convocazione,
con la presenza della maggioranza dei membri; in seconda convocazione, la
riunione sarà valida qualunque sia il numero degli intervenuti. Salvo quanto
diversamente stabilito dal presente Statuto, essa delibera a maggioranza. Per
le deliberazioni concernenti l’approvazione di modifiche statutarie e lo
scioglimento dell’Ente, è richiesto il voto favorevole di almeno due terzi dei
membri. Ciascun membro ha diritto ad un voto. In caso di parità il voto del
Reggitore vale doppio. Delle adunanze della Maggior Credenza è redatto apposito
verbale, firmato da chi presiede il Consiglio medesimo e dal Segretario
Generale.
ART 13
IL REGGITORE
Il
Reggitore della associazione, o Presidente, presiede anche la Maggior Credenza.
Dura in carica tre anni, e può essere riconfermato senza limiti di mandato. Egli
ha la legale rappresentanza della associazione di fronte a terzi. Agisce e
resiste avanti a qualsiasi autorità amministrativa o giurisdizionale, nominando
avvocati. In particolare, il Reggitore (personalmente o tramite i Vice
Presidenti) cura le relazioni con Enti, Istituzioni, Imprese Pubbliche o
Private ed altri organismi anche al fine di instaurare rapporti di
collaborazione e sostegno delle singole iniziative della associazione. La Vice
Presidenza decade col termine della Presidenza.
ART 14
CANCELLIERE E
TESORIERE
Il
Cancelliere o Segretario Generale ed il Tesoriere sono nominati della Maggior
Credenza. Durano in carica tre anni, e possono essere riconfermati. Il Cancelliere
è il responsabile operativo dell’attività dell’associazione. In particolare, il
Cancelliere:
- dà esecuzione,
nelle materie di sua competenza, alle delibere della Maggior Credenza e del
Capitolo Generale, nonché agli atti del Reggitore;
- Vigila e
coordina sull’andamento e le attività delle singole delegazioni, uffici,
gruppi e comitati, a norma del presente statuto e in conformità ai
regolamenti delle delegazioni, uffici, gruppi e comitati stesse, quando
promulgati.
Il
Tesoriere provvede alla gestione amministrativa della associazione, in collaborazione
col Cancelliere e di concerto con la Maggior Credenza, curando la regolare
tenuta della contabilità e dei relativi documenti. Il Cancelliere ed il
Tesoriere partecipano inoltre alle riunioni della Maggior Credenza.
ART. 15
COLLEGIO DEI
REVISORI DEI CONTI
Qualora
costituito per decisione unanime dell'Assemblea, il Collegio dei Revisori dei
Conti è composto da tre membri effettivi e due supplenti nominati dal Consiglio
Generale, al quale spetta anche la designazione del Presidente del Collegio. Detti
membri sono scelti tra persone iscritte nell’elenco dei Revisori Contabili. Il
Collegio vigila sulla gestione finanziaria della associazione, accerta la
regolare tenuta delle scritture contabili, esamina le proposte di bilancio
preventivo e di conto consuntivo redigendo apposite relazioni, ed effettua
verifiche di cassa. Il Collegio – se costituito - resta in carica tre anni fino
all’approvazione del bilancio del terzo anno. I suoi componenti possono essere
confermati anche più volte per altrettanti periodi. I componenti del Collegio
possono assistere alle riunioni della Maggior Credenza. Qualora alla
associazione partecipino Enti Pubblici Territoriali, essi nominano degli
osservatori che possono partecipare alle sedute dei Collegio dei Revisori.
ART. 16
GRAN CAPITOLO
L’Assemblea
Generale o Gran Capitolo è costituita dai Fondatori, e dagli Associati di tutte
le categorie e si riunisce almeno una volta all’anno. Essa è validamente
costituita qualunque sia il numero dei presenti. Il Gran Capitolo formula pareri
consultivi e proposte sulle attività, programmi ed obiettivi della
associazione, già delineati ovvero da individuarsi. Il Gran Capitolo è
presieduto dal Reggitore e dallo stesso convocata in periodo non recante
pregiudizio all’attività della associazione stessa.
ART. 17
IL COLLEGIO DEI
PROBIVIRI
Il
Collegio dei Probiviri è composto da tre membri eletti dal Consiglio Generale,
di cui almeno due fra gli Associati Nobili. II Collegio nomina tra i suoi
membri il Presidente. Esso ha il compito di vigilare sul rispetto delle norme
statutarie, etiche e deontologiche da parte dei Soci e degli altri organi
sociali, nonché di dirimere eventuali controversie che dovessero sorgere tra
Soci ovvero tra Soci e organi sociali ovvero tra Soci e terzi, escluse quelle che
per legge o per statuto competono ad altre entità giudicanti, nonché circa
tutte le controversie relative al presente statuto, comprese quelle inerenti la
sua interpretazione, esecuzione e validità. Il Collegio dei Probiviri agisce
per propria iniziativa o su segnalazione, esamina e giudica secondo equità, in
via arbitraria irrituale e senza formalità di procedura, trasmettendo quindi il
proprio insindacabile giudizio al Consiglio Direttivo che adotterà gli
opportuni provvedimenti attuativi. I
Probiviri durano in carica tre anni e sono rieleggibili alla scadenza del
mandato. I Probiviri mancanti, per qualsiasi motivo, nel Collegio, saranno
sostituiti su delibera della Maggior Credenza stessa.
ART. 18
MODIFICHE STATUTARIE
Lo statuto è modificabile su proposta scritta e motivata della
Maggior Credenza, a norma dell’art. 11.
ART. 19
Scioglimento dell’associazione
Lo scioglimento dell’Associazione, la
nomina del liquidatore o dei liquidatori nonché i destinatari della devoluzione
del patrimonio saranno deliberati dalla Maggior Credenza con il voto favorevole
di almeno due terzi dei suoi componenti.
ART. 20
NORMA DI RINVIO
Per
tutto quanto non previsto dal presente Statuto, si rinvia alle norme del Codice
civile e alle norme speciali in materia. Milano, lì 25 Dicembre 2016 - Letto,
approvato e sottoscritto – I Soci Fondatori
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